MIO FIGLIO BALBETTA: ECCO COSA PUOI FARE SUBITO

Buonasera Valentina, il mio bambino di due anni e mezzo balbetta, cosa possiamo fare? Questo mese sono state tante le domande sul tema balbuzie.

Vorrei cercare di fare ordine tra quella che può essere una fase passeggera del bambino e quella che invece rappresenta una condizione di balbuzie vera e propria.

Ogni bambino è vero, matura in maniera diversa. Per questo motivo  i consigli e le indicazioni che fornisco servono per aiutare il genitore ad avere i giusti strumenti per osservare e intervenire precocemente.

Facciamo quindi una doverosa presentazione. La balbuzie è per definizione una “alterazione” del flusso verbale: cioè il linguaggio non scorre come dovrebbe  ma presenta quella caratteristica che molti genitori definiscono come un linguaggio “interrotto, ripetuto”.

Ti do un po’ di numeri per farti capire quanto la balbuzie sia diffusa: la balbuzie si manifestano nel 5% della popolazione, e l’1% va incontro ad una forma cronica. Questa può presentarsi solitamente tra i 3 e i 5 anni, ed è molto più frequente tra i 2 e i 3 anni e mezzo.

 Per molti bambini la balbuzie rappresenta una tappa di passaggio nel linguaggio che viene poi superata. Ma se questo non succede e’ proprio il momento di fare molta attenzione…

Da un lato abbiamo una balbuzie o disfluenza che è considerata fisiologica e rappresenta per molti bimbi una tappa nello sviluppo del linguaggio,  e dall’altra  abbiamo la balbuzie evolutiva.

CHE COSA É LA BALBUZIE (DISFLUENZA) FISIOLOGICA E COME SI MANIFESTA?

E’ una fase transitoria che si manifesta verso i 3-4 anni (a volte anche a due anni e mezzo) quando il bambino inizia a sperimentare il suo linguaggio e il suo pensiero è di solito più veloce di quanto riesce a esprimere! Il bambino infatti può presentare limitazioni dal punto di vista delle capacità motorie e di articolazione del linguaggio.

In questo caso è bene osservare se il tuo bambino:

-ripete più volte le parole
-riformula più volte il pensiero
-alcuni giorni balbetta di più degli altri

Il bambino solitamente non si accorge del problema e di solito questo fenomeno tende a ridursi dopo sei mesi per poi sparire entro l’anno. 

E LA BALBUZIE EVOLUTIVA?

La balbuzie è un’alterazione del flusso del linguaggio. Secondo L’ Organizzazione Mondiale della Sanità “la balbuzie è un disordine nel ritmo della parola, nel quale il paziente sa con precisione ciò che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti di un suono che hanno carattere di involontarietà”. Questa definizione un po’ ci tranquillizza e ti dice che non ci sono problemi perché il bambino sa bene cosa deve dire ma a livello della produzione presenta delle difficoltà. 

Come si caratterizza la balbuzie evolutiva:

  • ripetizioni di suoni e sillabe (es pa-pa-pa papà, s-s-s-sole)
  • prolungamenti dei suoni delle consonanti e delle vocali
  • interruzioni di parole (ad esempio pause all’interno della parola)
  • blocchi udibili e silenti
  • circonlocuzioni (sostituzioni di parole per evitare parole problematiche)
  • parole pronunciate con tensione fisica
  • ripetizioni di intere parole monosillabiche (es la-la-la la mamma)

La balbuzie di questo tipo può in tanti casi limitare l’interazione sociale causando ansia nel parlare o la rinuncia a intervenire mentre si sta discutendo.

Se ti accorgi che questo disturbo dura più a lungo e non rientra più nella balbuzie fisiologica, è questo il momento di contattare un logopedista o parlarne con il pediatra.  Ciò che farà il logopedista è una valutazione della situazione e degli esercizi da fare anche a casa. Ti darà inoltre delle strategie da usare tutti i giorni.

 ECCO COSA PUOI FARE SUBITO:

  • -non interrompere il bambino mentre parla
  • -evitare di dire “parla bene”
  • -dare il tempo necessario per finire la frase o il racconto
  • -non fargli notare che balbetta
  • -riformulate la frase in modo corretto

Anche il tuo bambino ha balbettato? Come hai affrontato la situazione? Ti va di raccontarmelo?

E se vuoi sapere di più come aiutare il tuo bambino, conoscere nuove strategie, è sempre attiva la consulenza online. Trovi maggiori informazioni nella sezione SERVIZI.

Le precedenti indicazioni non rappresentano in alcun modo una valutazione delle competenze, quanto piuttosto una linea guida per osservare i bambini ed identificare la presenza di eventuali segnali di difficoltà. Se si hanno dei dubbi è bene rivolgersi al pediatra o al NPI.

 


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In una prima telefonata decideremo insieme se e quando è necessario fissare un appuntamento.