Valentina sono preoccupata, il mio bambino ha due anni e mezzo e non parla bene! Cosa dobbiamo fare?
Anche oggi inizio questo articolo prendendo spunto da una domanda che mi pongono spesso. Il bambino che non parla bene. Talvolta i genitori sono preoccupati perché il paragone con gli amichetti è forte, hanno paura che queste difficoltò non verranno mai recuperate e tutti i conoscenti fanno notare in maniera insistente che non capiscono il bambino.
Ogni bambino è vero, matura in maniera diversa. Abbiamo bambini che a due anni hanno 10 parole e altri che invece compongono frasi. Per questo motivo i consigli e le indicazioni che fornisco servono per guidare il genitore ed avere i giusti strumenti per monitorare la situazione e intervenire precocemente se dovesse esserci la necessità.
Nei primi due anni di vita possiamo ritrovarci ad avere dei bambini definiti “PARLATORI TARDIVI”: mostrano un rallentamento delle abilità linguistiche ma sono vivaci, scatenati, curiosi e intelligenti. Di solito hanno un repertorio di vocaboli inferiore alle 50 parole oppure non riescono a combinare due frasi insieme.
Questi piccolini in seguito evolvono in due modi diversi:
- I bambini parlatori tardivi che fioriscono sono quelli che in circa un anno riescono a migliorare e recuperare le differenze con i loro coetanei.
- I bambini che invece non riescono a recuperare possono evolvere in un disturbo del linguaggio con un limitato repertorio di suoni e/o difficoltà a combinarli all’interno della parola. Ritardo nella produzione e acquisizione delle parole. Le frasi sono di tipo telegrafico con assenza di articoli e pronomi. Difficoltà nel coniugare e utilizzare i verbi, nella comprensione del linguaggio, nel descrivere, conversare e raccontare.
E’ bene fare una considerazione: i bambini entro i 4-5 anni dovrebbero parlare proprio come gli adulti, mentre a 3 anni possiamo ancora accettare qualche errore. Per esempio il piccolo può:
- semplificare o accorciare parole molto complesse
- sostituire un suono con un altro (ma spesso si accorge e si corregge da solo)
- non avere la R nel suo repertorio
- eliminare la consonante S all’interno di un gruppo consonantico (Sella per Stella, Pada per Spada ecc..)
COSA PUOI FARE ORA?
Intanto se il tuo piccolo fatica a parlare, ecco qualche strategia per aiutarlo in questo processo.
- Commenta tutto con frasi brevi e semplici
- Parla lentamente guardando il bambino in faccia
- Festeggia quando tenta di produrre un nuovo suono o parola
- Evita di dire ripeti bene, ripeti meglio
- Rimodella correttamente la parola sbagliata
- Non sgridarlo se sbaglia la parola
- Aspetta sempre una risposta (che sia verbale, gestuale o con lo sguardo)
Spero che queste indicazioni ti siano utili. Se hai dei dubbi e pensi che il tuo bimbo non stia attraversando una fase fisiologica, il consiglio è sempre quello di fare una valutazione logopedica o parlarne con il pediatra.
Anche il tuo bambino ha palato in ritardo? Come hai affrontato la situazione?
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Le precedenti indicazioni non rappresentano in alcun modo una valutazione delle competenze, quanto piuttosto una linea guida per osservare i bambini ed identificare la presenza di eventuali segnali di difficoltà. Se si hanno dei dubbi è bene rivolgersi al pediatra o al NPI.
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