MIO FIGLIO NON PARLA BENE: 7 COSE DA FARE ORA

Valentina sono preoccupata, il mio bambino ha due anni e mezzo e non parla bene! Cosa dobbiamo fare?

Anche oggi inizio questo articolo prendendo spunto da una domanda che mi pongono spesso.  Il bambino che non parla bene. Talvolta i genitori sono preoccupati perché il paragone con gli amichetti è forte, hanno paura che queste difficoltò non verranno mai recuperate e tutti i conoscenti fanno notare in maniera insistente che non capiscono il bambino.

Ogni bambino è vero, matura in maniera diversa. Abbiamo bambini che a due anni hanno 10 parole e altri che invece compongono frasi.  Per questo motivo  i consigli e le indicazioni che fornisco servono per guidare il genitore ed avere i giusti strumenti per monitorare la situazione e intervenire precocemente se dovesse esserci la necessità.

Nei primi due anni di vita possiamo ritrovarci ad avere dei bambini definiti “PARLATORI TARDIVI”: mostrano un rallentamento delle abilità linguistiche ma sono vivaci, scatenati, curiosi e intelligenti. Di solito hanno un repertorio di vocaboli inferiore alle 50 parole oppure non riescono a combinare due frasi insieme.

Questi piccolini in seguito evolvono in due modi diversi:

  • I bambini  parlatori tardivi che fioriscono sono quelli che in circa un anno riescono a migliorare e recuperare le differenze con i loro coetanei.
  • I bambini che invece non riescono a recuperare   possono evolvere in un disturbo del linguaggio con un limitato repertorio di suoni e/o difficoltà a combinarli all’interno della parola. Ritardo nella produzione e acquisizione delle parole. Le frasi sono di tipo telegrafico con assenza di articoli e pronomi. Difficoltà nel coniugare e utilizzare i verbi, nella comprensione del linguaggio, nel descrivere, conversare e raccontare.

E’ bene fare una considerazione: i bambini entro i 4-5 anni dovrebbero parlare proprio come gli adulti, mentre a 3 anni possiamo ancora accettare qualche errore. Per esempio  il piccolo può:

  • semplificare o accorciare parole molto complesse
  • sostituire un suono con un altro (ma spesso si accorge e si corregge da solo)
  • non avere la R nel suo repertorio
  • eliminare la consonante S all’interno di un gruppo consonantico (Sella per Stella, Pada per Spada ecc..)

COSA PUOI FARE ORA?

Intanto se il tuo piccolo fatica a parlare, ecco qualche strategia per aiutarlo in questo processo.

  • Commenta tutto con frasi brevi e semplici
  • Parla lentamente guardando il bambino in faccia
  • Festeggia quando tenta di produrre un nuovo suono o parola
  • Evita di dire ripeti bene, ripeti meglio
  • Rimodella correttamente la parola sbagliata
  • Non sgridarlo se sbaglia la parola
  • Aspetta sempre una risposta (che sia verbale, gestuale o con lo sguardo)
  •  

Spero che queste indicazioni ti siano utili. Se hai dei dubbi e pensi che il tuo bimbo non stia attraversando una fase fisiologica, il consiglio è sempre quello di fare una valutazione logopedica o parlarne con il pediatra.

Anche il tuo bambino ha palato in ritardo? Come hai affrontato la situazione?

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Le precedenti indicazioni non rappresentano in alcun modo una valutazione delle competenze, quanto piuttosto una linea guida per osservare i bambini ed identificare la presenza di eventuali segnali di difficoltà. Se si hanno dei dubbi è bene rivolgersi al pediatra o al NPI.

 

 

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