Cara mamma, ho deciso di scrivere questo articolo perché tante volte mi vengono chieste consulenze per la balbuzie, anche in bambini molto molto piccoli.
Se ricordi, qualche anno fa è uscito il film “il discorso del Re” che pensa un pò ha vinto ben 4 statuette agli Oscar! Se hai visto il film o conosci la storia di re Giorgio ti ricorderai di lui come il re balbuziente.
Se non hai mai visto il film, la storia parla di un re balbuziente che ad un certo punto, a causa di questa difficoltà, smise di parlare pubblicamente. Ad un certo punto, la regina decise di aiutare il marito. Grazie a lei incontrò lo specialista che dopo un assiduo lavoro fatto di esercizi mirati riuscì a fargli superare l’ansia del parlare in pubblico! Tutto questo gli permise di fare dei discorsi memorabili come ogni sovrano che si rispetti!
And the winner is…bé io darei l’oscar al logopedista di re Giorgio VI!
A questo punto però e’ giusto fare una distinzione perché non tutti i tipi di balbuzie sono uguali.
LA BALBUZIE È PER DEFINIZIONE UNA “ALTERAZIONE” DEL FLUSSO VERBALE: CIOÈ IL LINGUAGGIO NON SCORRE COME DOVREBBE MA PRESENTA QUELLA CARATTERISTICA CHE MOLTI GENITORI DEFINISCONO COME UN LINGUAGGIO “INTERROTTO, RIPETUTO”.
Ti do un po’ di numeri per farti capire quanto la balbuzie sia diffusa: la balbuzie si manifestano nel 5% della popolazione, e l’1% va incontro ad una forma cronica. Questa può presentarsi solitamente tra i 3 e i 5 anni, ed è molto più frequente tra i 2 e i 3 anni e mezzo
Dunque, sebbene, come puoi notare, la percentuale non sia altissima c’è una fase della vita del bambino in cui c’è un’alta probabilità che si presenti questo problema. Ciò significa, per tradurre un po’ i dati, che per alcuni bambini la balbuzie rappresenta una tappa di passaggio nel linguaggio che viene poi superata. Ma se questo non succede e’ proprio il momento di fare molta attenzione…
ECCOCI ALLA DISTINZIONE PRINCIPALE CHE TI FARÀ CAPIRE QUANDO LE COSE STANNO SEGUENDO LA NORMA O QUANDO INVECE DEVI STARE PIÙ ATTENTO…Esiste infatti una balbuzie o disfluenza che è considerata fisiologica e rientra perciò in un percorso tipico dello sviluppo del linguaggio ed esiste poi la cosiddetta balbuzie evolutiva..
CHE COSA É LA BALBUZIE (DISFLUENZA) FISIOLOGICA E COME SI MANIFESTA?
E’ una fase transitoria che fa parte dello sviluppo tipico, per quello è assolutamente normale! Si manifesta verso i 3-4 anni (a volte anche a due anni e mezzo) quando il bambino inizia a sperimentare il suo linguaggio e il suo pensiero è di solito più veloce di quanto riesce a esprimere! Il bambino infatti può presentare limitazioni dal punto di vista delle capacità motorie e di articolazione del linguaggio.
In questo caso è bene osservare se il tuo bambino:
-ripete le parole più volte
-riformula più volte il pensiero
-alcuni giorni sembra balbettare più di altri
Il bambino solitamente non si accorge del problema e di solito questo fenomeno tende a ridursi dopo sei mesi per poi sparire entro l’anno. Caso diverse invece per la balbuzie evolutiva.
MA CHE COSA É LA BALBUZIE EVOLUTIVA?
La balbuzie è un’alterazione del flusso del linguaggio. Ciò significa che il bambino può bloccarsi o interrompere spesso ciò che sta dicendo. Secondo L’ Organizzazione Mondiale della Sanità “la balbuzie è un disordine nel ritmo della parola, nel quale il paziente sa con precisione ciò che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti di un suono che hanno carattere di involontarietà”. Questa definizione un po’ ci tranquillizza e ti dice che non ci sono problemi perché il bambino sa bene cosa deve dire ma a livello della produzione presenta delle difficoltà.
Come si caratterizza la balbuzie evolutiva:
- ripetizioni di suoni e sillabe (es pa-pa-pa papà, s-s-s-sole)
- prolungamenti dei suoni delle consonanti e delle vocali
- interruzioni di parole (ad esempio pause all’interno della parola)
- blocchi udibili e silenti
- circonlocuzioni (sostituzioni di parole per evitare parole problematiche)
- parole pronunciate con tensione fisica
- ripetizioni di intere parole monosillabiche (es la-la-la la mamma)
PURTROPPO COME ANCHE TU PUOI NOTARE, QUESTE CARATTERISTICHE POSSONO CREARE DIFFICOLTÀ NELLE INTERAZIONI SOCIALI…
Può infatti causare ansia nel parlare o la rinuncia a intervenire nella comunicazione con gli altri. Esistono dei fattori chiamati “indici di rischio” che possono dirci chi è maggiormente soggetto a presentare questo disturbo nel tempo:
- familiarità: se nella famiglia c’è presenza di consanguinei con balbuzie nella linea materna o paterna.
- genere: i maschi presentano un maggiore rischio di persistenza della balbuzie
- eta’ di insorgenza: l’esordio tardivo espone ad un maggior rischio. In età prescolare abbiamo maggior possibilità di remissione.
- severità e frequenza: i bambini che dopo un anno non mostrano diminuzione della gravità sono quelli più a rischio di persistenza.
- durata dell’esordio: se entro sei mesi non c’è una remissione dall’insorgenza, la balbuzie risulta essere più a rischio di persistenza. Mentre se la remissione dura da 12 mesi quello è un buon segno.
- durata dei prolungamenti e dei blocchi: se questi non variano e diminuiscono nel tempo rappresentano un rischio di persistenza.
- ritardi e disturbi del linguaggio al momento della comparsa della balbuzie rappresentano un rischio maggiore della persistenza nel tempo
- movimenti apparentemente involontari come movimenti del collo, degli occhi, delle braccia, della bocca associati ad espressioni facciali di tensione
COSA POSSONO FARE MAMMA E PAPÀ?
Tornando al film “il discorso del re” il ruolo giocato dalla regina è stato centrale per far uscire re Giorgio da questa situazione insostenibile. Le conseguenze a livello sociale furono molto importanti tanto che anche lui evitò di esporsi in pubblico e di intervenire: immagina quanto è dura per un sovrano non poter dire la sua! La regina non poteva più tollerare questa situazione frustrante e si è rivolta ad uno specialista! Solo così il re ha potuto superare il problema con le giuste tecniche ed esercizi!
Ed ecco cosa puoi fare tu mamma insieme al papà: se ti accorgi che questo disturbo dura più a lungo e non rientra più nella balbuzie fisiologica, è questo il momento di contattare un logopedista o parlarne con il pediatra. Ciò che farà il logopedista è una valutazione della situazione e degli esercizi da fare anche a casa (proprio come re Giorgio!). Ti darà inoltre delle strategie da usare tutti i giorni.
INTANTO PERÒ SEGUI QUESTI 6 CONSIGLI PER AIUTARLO:
-non interrompere il bambino mentre parla
-evitare di dire “parla bene”
-dare il tempo necessario per finire la frase o il racconto
-non fargli notare che balbetta
-riformulate la frase in modo corretto
-usare un linguaggio più lento e più calmo
Se hai dei dubbi e hai bisogno di approfondire l’argomento scrivimi pure! La ricerca ha dimostrato che prima si interviene più probabilità ci sono che la balbuzie non diventi refrattaria al trattamento.
A PRESTO!
Le precedenti indicazioni non rappresentano in alcun modo una valutazione delle competenze, quanto piuttosto una linea guida per osservare i bambini ed identificare la presenza di eventuali segnali di difficoltà. Se si hanno dei dubbi è bene rivolgersi al pediatra o al NPI.
Bibliografia
-Balbuzie. Fondamenti, valutazioni e trattamento dall’infanzia all’età adulta. D. Tomaiuoli – Erickson.
-Balbuzie. Il trattamento cognitivo-comportamentale. M.C. Strocchi – Erickson
Link utili
www.fli.it
www.balbuzie.it
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In una prima telefonata decideremo insieme se e quando è necessario fissare un appuntamento.