Cara mamma,
tuo figlio è brillante, molto intelligente ma….: “non ha voglia, è pigro, non si esercita abbastanza, legge troppo lentamente in più fa un sacco di errori in ortografia. Insomma ha la testa fra le nuvole e inoltre è poco attento e insolente!…forse bisogna farlo visitare, potrebbe essere dislessico!”
Da due mesi le scuole hanno riaperto le loro porte a milioni di studenti italiani ed è iniziato per loro e per le loro famiglie questa musica continua. Vorresti solo un giorno di pace, vorresti solo sentire una volta che tutto va bene e che sono contente di lui. L’unico tuo desiderio è quello di premere il tasto “OFF” e porre fine a quella musica terribile!Quando poi un giorno ti dicono “sai, potrebbe essere dislessico, è meglio che lo porti a fare una visita!” allora in quel momento ti cade il mondo addosso.
Non ci avevi mai pensato, a casa non è così distratto come dicono e nei compiti è vero, fa un po’ di fatica, ha bisogno di aiuto ma lo vedi benissimo che è un bambino intelligente e pieno di capacità. Magari hai chiesto anche a quella tua amica che è maestra e che invece ti ha detto che tuo figlio non ha nulla…oppure alla mamma del suo amichetto che ha lo stesso problema e ti ha consigliato di fargliela fare questa visita “perché altrimenti a scuola non lo aiutano!”
Ho dei dubbi però su quanto dicono le maestre…cosa faccio?
“Rimango in questa situazione rischiando che a scuola nessuno aiuti mio figlio oppure lo porto da un Neuropsichiatra?
Prima di rispondere alla tua domanda voglio esprimere un pensiero che probabilmente hai fatto anche tu! Ma la scuola cosa può fare intanto ?! La scuola NON DEVE pretendere di avere un foglio bianco per poterli iniziare a tutelare ed aiutare. Ricorda una cosa: anche il Ministero si è accorto di questa falla nel sistema ed è per questo che già dal 2013 ha emesso una CIRCOLARE MINISTERIALE che impone agli insegnanti di attuare tutte le misure necessarie per aiutare i bambini in difficoltà, prima ancora che arrivi una diagnosi. La certificazione è importantissima per tutelare tuo figlio e garantirgli un percorso scolastico su misura per lui, seguimi nel prossimo articolo e ti spiegherò perché.
I tempi di attesa per avere una diagnosi con sistema sanitario nazionale sono infiniti, e quindi, in assenza di un foglio gli insegnanti DEVONO aiutare il bambino! Lo dice il MINISTERO! Quando lavoro con bambini dislessici, disortografici, discalculici, disgrafici vedo solo bambini e non le loro diagnosi. Quello che cerco di fare ogni giorno è trovare insieme al bambino e alle famiglie SOLUZIONI PRATICHE per aiutare questi futuri ragazzi a STUDIARE IN BASE ALLE LORO POTENZIALITÀ.
Anche a scuola dovrebbe essere così!
“Va bene Valentina, ma cosa devo fare? Come so se le maestre sono preparate sull’argomento o se stanno esagerando? Devo portare o no mio figlio a fare una visita e iniziare insieme a lui questo percorso non sempre facile?” Cara mamma, capisco bene le tue preoccupazioni, continua a leggere l’articolo fino in fondo per capire se quanto ti hanno detto le maestre è realmente così! Ma… a meno che tu non voglia fare come quello struzzo che per scappare dal leone ha nascosto la testa sotto la sabbia…finendo irrimediabilmente sbranato….
…anche per il tuo bambino ti consiglio di essere onesta
Provare ora a osservare insieme a me se ci sono o ci sono stati nel passato dei segnali che possono indicare la presenza di difficoltà più specifiche……
Partiamo da questa definizione:
I bambini con un DISTURBO specifico dell’apprendimento hanno un deficit di origine neurobiologica, presente fin dalla nascita, che crea un diverso modo di apprendere. Rappresentano il 2% della popolazione italiana. Interessa uno specifico ambito di abilità (lettura/scrittura/ calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale causando fatica nel rendere automatici gli apprendimenti scolastici di base. Quindi tuo figlio potrebbe rientrare in un DSA.
“Caspita, quindi mio figlio è nato con queste difficoltà e non me ne sono mai accorta?”. Di solito il problema si presenta intorno alla seconda-terza elementare. Quando tutte le abilità di base negli apprendimenti dovrebbero già essersi consolidate. C’è una buona fetta di bambini, che già dalla scuola dell’infanzia presentano dei campanelli d’allarme per questo il tuo sguardo attento da mamma è indispensabile per captare ogni segnale!
Ecco cosa puoi osservare:
- ritardo o disturbo di linguaggio
- nel parlato sostituisce un suono con un altro
- fa fatica a distinguere la destra dalla sinistra
- difficoltà a memorizzare una sequenza di numeri
- difficoltà a contare da 1 a 10
- cattiva gestione dello spazio all’ interno del foglio
Ricorda: non è mai troppo presto per intervenire se hai notato alcune di queste difficoltà!!! Cara mamma, spesso fare un lavoro di potenziamento permette di intervenire anticipatamente e di colmare alcune lacune che con il tempo vanno ad aumentare! Voglio spezzare una freccia per le maestre della scuola dell’infanzia che fanno notare da subito le difficoltà dei bambini e che spesso si sentono dire: ma è troppo presto, è troppo piccolo. Il pediatra mi ha detto di aspettare, la diagnosi si fa in seconda elementare. Non deve andare così! Se ormai il tuo piccolo è alle elementari, anche se non sei corsa subito ai ripari ci sono sicuramente dei segnali a cui puoi prestare attenzione, non è troppo tardi per intervenire!
Questi sono solo alcuni:
- Lettura più lenta rispetto ai suoi compagni anche se corretta
- Leggendo fa molti errori, confonde le lettere che hanno un suono simile (es f-v) o che appaiono visivamente simili (es. q-p), aggiunge o emette lettere
- tira ad indovinare la parola
- Scarsa memoria nel ricordare parole e termini specifici
- Scrivendo scambia suoni simili per forma (b-d..), oppure omette/aggiunge lettere, sillabe o parti di parola
- Errori ortografici
- Difficoltà nell’enumerazione
- Nel dire l’ora e nel leggere l’orologio analogico
- Scarsa attenzione
- Poca motivazione allo studio
- Bassa autostima
- Reazioni esagerate
Spero con questo articolo di averti chiarito maggiormente le idee.
Le difficoltà scolastiche possono essere legate a vari fattori. Ti consiglio dunque prima di tutto di fare una riflessione sulla vostra situazione di vita: ci sono stati degli avvenimenti che possono aver turbato tuo figlio? (lutto, nascita di un fratellino, litigi in famiglia, fattori emotivi e relazionali, separazioni…). Una volta esclusi tutti questi fattori che possono causare sobbalzi emotivi con conseguenze sullo studio, allora puoi chiederti cos’altro crea difficoltà nello studio. Ma se ancora una volta la risposta è negativa prova a osservare tutti quei segnali di cui ti ho parlato sopra e se hai ancora dei dubbi possiamo parlarne insieme! Ci sono molte cose che si possono fare, perciò se hai bisogno di un consiglio sai dove trovarmi!
A presto!
Le precedenti indicazioni non rappresentano in alcun modo una valutazione delle competenze, quanto piuttosto una linea guida per osservare i bambini ed identificare la presenza di eventuali segnali di difficoltà. Se si hanno dei dubbi è bene rivolgersi al pediatra o al NPI.